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In primo piano: il processo di miglioramento continuo non porta al Lean |
Scrivono per noi
Il semplice metodo del maestro Kaizen Moro San:
mettere sempre in discussione, smontare le attività nei loro singoli
componenti, focalizzarsi sulla soluzione (per il risultato dei workshop,
vedere il riquadro a lato)
Per i collaboratori che per la prima volta prendono
parte a questi workshop, la materia è insolita, in parte
spiacevole e spesso persino frustrante, fino al momento
in cui essi si rendono conto di cosa ci si propone e di
cosa si possa raggiungere. Ciò determina lo sviluppo di
una nuova forma mentis, e allora si abbraccia questo
modo di procedere, ci si lascia stimolare e si collabora.
L’obiettivo deve essere quello di far interiorizzare que-
sto atteggiamento a tutti i collaboratori in tutti i settori:
solo in questo modo è possibile diventare Lean a livello
dell’intera azienda. Lo scopo non deve essere adattare
e ottimizzare ciò che si ha già. No, l’idea di proces-
so deve essere messa in discussione e adattata. Spesso
sono necessari cambiamenti profondi per ottenere mi-
glioramenti duraturi!
Un tipico esempio di miglioramenti superficiali dei
processi è il processo di industrializzazione. Nella
maggior parte dei manuali dei processi l’industrializ-
zazione viene descritta come un procedimento sequen-
ziale in cui si ottimizzano i lead time, si perfeziona la
progettazione, ecc., cosa che in realtà non è. Al con-
trario, l’industrializzazione è un procedimento ciclico
generico per avviare la produzione il più rapidamente
possibile, verificare i risultati e applicare uno o più cicli
di correzione ravvicinati fino all’autorizzazione della
produzione. A questo andamento ciclico occorre adat-
tarsi e assicurare un’elevata flessibilità.
Esempi pratici Kaizen in Saia
®
Nella produzione SMD dello stabilimento Saia a
Murten il tempo di preparazione dei componenti,
nell’allestimento per famiglie, ha potuto essere
ridotto da 3,5 ore a 1,5 ore. In un ulteriore wor-
kshop la cosiddetta “sosta ai box” per il cambio
del tipo di pezzo nella linea di assemblaggio SMD
è stata ridotta da 1 ora a 35 minuti.
Già nel primo workshop i valori che i team del
workshop si erano prefissati, vale a dire il 20 %
e il 25 % di risparmio di tempo rispettivamente,
erano stati ampiamente superati, soprattutto grazie
al supporto personale del Maestro giapponese
di Kaizen, il Sig. Moro. Solo il conseguente
procedimento con la focalizzazione sulla rappre-
sentazione del problema, l’analisi delle cause e
l’individuazione di una soluzione ha determinato
il miglioramento duraturo.
Per i 30 allestimenti per famiglie, e di conse-
guenza le 30 soste in media al mese, si è ottenuto
un risparmio di tempo di 72,5 ore al mese, un
tempo in cui i collaboratori possono eseguire altre
attività atte alla creazione di valore e le macchine
sono disponibili alla produzione. Risultati di que-
sto tipo sono motivanti e stimolano a ottenerne
sempre di migliori.
Carrello classico con rotelle
nella produzione
Carrello portamateriali per la
produzione Lean: costruito
per il “Perfect Fit”, flessibile,
adattabile e ampliabile in qual-
siasi momento.
Pensando e comportandosi “come sempre” i potenziali
di miglioramento possono essere sfruttati solo in linea
di principio. Cosa distrugge il principio Kaizen:
Costa troppo; la dotazione esistente non viene suffi-
cientemente integrata e si investe troppo rapidamen-
te in nuovi strumenti di gestione e attrezzature
È troppo lungo; non vi è un’attuazione immediata
dei miglioramenti
Serve personale specializzato; punti di partenza
troppo complicati per trovare una soluzione
Per riassumere:
la strada verso l’azienda Lean
Sulla strada verso il raggiungimento di un’azienda
Lean non si può evitare il “vero” Kaizen. Solo il proce-
dimento “radicalmente democratico nella ricerca della
soluzione” e “radicalmente coerente nell’attuazione di
standard” conduce a miglioramenti sostanziali e dura-
turi.
Il metodo migliore per apprendere questo procedimen-
to consiste nel lavorare insieme ai giapponesi, che si
scoprono essere proprio come nei vecchi film. È una
medicina forte, ma che fa miracoli.